domenica 12 aprile 2009

Società del controllo


Pensate ad una società controllata, una nazione spiata da una stanza segreta dove un flusso enorme di dati riempie degli archivi con tutte le nostre vite. Per molti questa è utopia ma in fondo un sogno, il desiderio del controllo significa potere, per altri questo invece è un incubo, la peggiore previsione che si possa fare guardando al futuro delle nostre democrazie. Libertà zero, perché ogni cosa verrà registrata, ogni comunicazione tracciata, ogni nostra azione sarà collezionata nella nostra scheda.

Oggi siamo molto più vicini ad una libertà vigilata di quanto non lo fossimo 20 anni fa. Le tecnologie informatiche hanno sicuramente accelerato questo processo. I nostri dati, i nostri amici, le nostre preferenze vengono veicolate (e la cosa peggiore a pensarci è che le regaliamo noi ai capi della rete) verso server sconosciuti ma preziosissimi. Ma non solo nella vita digitale siamo osservati, nella vita reale la nostra libertà è alquanto in pericolo. Dagli autovelox alle telecamere per la sorveglianza, ogni immagine proietta i nostri spostamenti, i nostri incontri, i nostri errori.
Emblematico è la trama di “Body of lies” che racconta la difficoltà dei militari americani di reperire informazioni in Iraq dove le tecnologie sono scarsamente utilizzate, le informazioni viaggiano a voce, i nomi vengono scritti dietro le fotografie, internet e telefoni sono troppo pericolosi.

Eagle Eye, colossal americano appena uscito nelle sale racconta come un cervello informatizzato possa non solo controllare le vite altrui ma persino imporre una propria lettura della società complottando contro le più alte cariche dello stato.

La letteratura d’altro canto non potrebbe essere più vicina alla realtà, basta esprimere le proprie idee sulle pagine dei più famosi social network e si è subito bloccati, così come viene negato il diritto di cronaca e d’opinione su molti dei più famosi siti di video sharing.

Insomma se si è scomodi si viene cancellati, il controllo arriva fino ai nostri monitor e quel che è peggio è che non sappiamo chi abbia davvero il coltello dalla parte del manico, politici, magnati dei media o chi altro?

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